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La Gronda, Genova

Ogni giorno, la rete autostradale del nodo di Genova registra più di 600 000 transiti.
Infatti, il traffico urbano e il traffico commerciale si concentrano sulla stessa infrastruttura, il che provoca spesso degli ingorghi.
Il progetto della Gronda di Genova permetterebbe di ridurre il traffico, principalmente sur tronco dell’A10 che va da Genova Ovest a Genova Voltri.

Il progetto

Si tratta di un progetto di costruzione di un nuovo tronco autostradale a due corsie per ogni senso di marcia. Questo tronco rappresenta il raddoppio dell’A10 esistente nella sezione che attraversa il comune di Genova e si collegherà agli svincoli esistenti.

65

23

24

4,8

chilometri di nuovi tracciati

gallerie

viadotti

miliardi di euro (costo stimato)

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Un po' di storia

2009

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La Gronda è stata il primo caso in cui è stato adottato il modello del dibattito pubblico in Italia. È stata identificata la migliore soluzione progettuale tra le 5 alternative proposte.

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2017

 

 

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato il progetto definitivo e ha dichiarato la pubblica utilità dell’opera.

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2022

 

 

 

I lavori propedeutici alla costruzione sono iniziati a dicembre.

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2024

L’adeguamento progettuale della Gronda è in corso e il progetto esecutivo dovrebbe essere consegnato al ministero entro la metà del 2024, secondo l’AD di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi.

La durata prevista dei lavori è di circa 10 anni.

Quali vantaggi?

3,5 milioni di ore

Annue risparmiate dagli utilizzatori del nodo autostradale e stradale di Genova

Riempimento della pista aeroportuale con una parte della terra proveniente dagli scavi per ampliarne la striscia di sicurezza.

Suddivisione del traffico

tra traffico cittadino e traffico di attraversamento.

Liberalizzazione dell’A10

tra gli svincoli di Genova Voltri/Prà, Genova Pegli e Genova Aeroporto.

Costruzione di un parco fotovoltaico in grado di soddisfare l’intero fabbisogno energetico della Gronda (per i sistemi di illuminazione e di ventilazione delle gallerie, la segnaletica, gli impianti di sicurezza ecc.).

L’energia in eccesso, ovvero il 60% dell’energia totale prodotta, sarà messa a disposizione della collettività.

Per saperne di più:​

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©2023 Connections, Chiara Risso 
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